Banche ed Europa: serve flessibilità per la ripresa
“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme: disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.” Ci dimentichiamo molto spesso dell’art. 47 della nostra Costituzione ed è importante ricordarlo soprattutto adesso in un contesto politico-economico incendiato dagli effetti post Brexit e dalle turbolenze che agitano il sistema bancario italiano con l’attacco a MPS da parte della Vigilanza Europea.
Ad oggi le normative europee non consentono l’intervento pubblico diretto per il salvataggio delle banche e l’eccessiva rigidità, intrinseca nei regolamenti del Patto di Stabilità degli Stati e nella disciplina del Bail-in, rischia letteralmente di spezzare il credito, elemento già indebolito da mille difficoltà.
Crediamo molto fermamente che adesso l’Italia debba prendere una posizione netta e schierarsi dalla parte produttiva del paese, imprese e famiglie. Occorre confrontarsi con le Istituzioni Europee e pressare per una soluzione più flessibile in cui lo Stato possa fare da argine contro gli sbalzi del mercato, proteggendo e rafforzando il nostro sistema bancario. Questo naturalmente lasciando le banche libere di fare il proprio mestiere, non agendo quindi come un vero e proprio operatore (banche pubbliche e imprese pubbliche), ma tramite l’utilizzo di pubbliche garanzie.
Un sistema bancario solido è figlio di una politica flessibile, di una politica che guardi alla concretezza delle proprie azioni e non soltanto ad una esatta escalation di prassi normative, cosi da avere ripercussioni positive anche per quelle realtà borderline che sempre troppo spesso non vengono supportate.
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