Economia circolare e sostenibilità

Economia circolare e sostenibilità delle imprese: l’impatto su cittadini, società, mercato e imprese

L’economia circolare rappresenta una soluzione chiave per affrontare le sfide legate alla scarsità delle risorse e dell’inquinamento ambientale.

Anche per questo, negli ultimi anni, ha guadagnato un’inedita centralità nel panorama economico globale e nel dibattito pubblico internazionale.

Nel corso del 2024 – tra dinamiche consolidate e nuovi trend – la sua influenza sul comportamento dei consumatori, le dinamiche aziendali e l’andamento del mercato è destinata dunque ad aumentare.

Economia circolare e sostenibilità: una scommessa sul futuro

Una possibile definizione di economia circolare è quella fornita dal Parlamento Europeo: “L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.”

In altre parole, l’economia circolare è un modello innovativo che si propone di rompere con la tradizionale linearità del sistema produttivo, caratterizzato dall’estrazione di risorse e poi dalle attività di produzione, consumo e smaltimento.

Invece di seguire questo ciclo lineare – che genera sprechi e impatti ambientali considerevoli – l’economia circolare adotta un approccio circolare, ispirato ai principi della natura stessa.

La circolarità rappresenta quindi una separazione della crescita economica dal consumo di risorse, nel segno di un nuovo rapporto tra ambiente e umanità.

Contrariamente al tradizionale modello lineare (estrazione, produzione, consumo, smaltimento), l’economia circolare mira a creare un ciclo continuo di utilizzo sostenibile delle risorse, minimizzando l’impatto ambientale.

Un cambiamento di paradigma importante, soprattutto se si pensa che, sempre secondo le stime UE, la produzione dei materiali è responsabile, ogni giorno, “del 45% delle emissioni di CO2”.

La transizione verso il nuovo modello potrebbe perciò portare diversi vantaggi:

  • Riduzione della pressione sull’ambiente

  • Più disponibilità di materie prime

  • Incremento  della competitività

  • Impulso all’innovazione e alla crescita

  • Aumento dell’occupazione totale

 

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I numeri e le prospettive dell’economia circolare in Italia

Come abbiamo visto, uno degli elementi chiave dell’economia circolare è la riduzione del consumo di risorse vergini, ovvero quelle estratte direttamente dall’ambiente.

Invece di attingere continuamente alle risorse naturali, in questo modo si favorisce il recupero e il riuso di materiali esistenti.

E in questo l’Italia sembra essere all’avanguardia in Europa.

L’analisi dei trend attuali in Italia, messi in evidenza dall’ultimo rapporto curato dal Circular Economy Network, restituisce infatti numeri e prospettive interessanti.

In particolare, la quota di riciclo complessiva è del 72% (con una media europea del 53%), il tasso di uso circolare di materia è del 18.4% (contro una media media europea dell’11,7%) e il consumo pro capite di materiali è di 8.9 tonnellate (rispetto alle 14.1 t europee).

Inoltre, c’è un’elevata consapevolezza sulla scarsità delle risorse naturali (71%) e quindi sulla necessità di “avere una maggiore cura per usarle meglio e più a lungo, riducendo gli sprechi”, mentre la propensione verso modelli di consumo più circolari è “in consistente aumento”.

Le buone performance italiane vengono poi confermate anche per quel che riguarda la produttività delle risorse.

In media, in Europa, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate vengono generati 2,1 euro di PIL: in relazione a questo specifico indicatore, l’Italia fa registrare un primato (3,19 €/kg), superando la Francia (3,15 €/kg), la Germania (2,69 €/kg) e la Spagna (2,59 €/kg).

In questo quadro, non sorprende che principi e pratiche circolari siano sempre più integrati nel modello di produzione delle imprese e nella progettazione dei prodotti e servizi, con lo scopo di ottimizzare il processo di recupero e riutilizzo dei rifiuti.

 

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Economia circolare e sostenibilità: i vantaggi per le imprese

L’implementazione di pratiche circolari non riflette soltanto un impegno etico, ma può aprire nuove opportunità di business, promuovere l’innovazione continua e costruire una base più solida per un futuro sostenibile.

La circular economy, in questo senso, sembra garantire una serie di vantaggi significativi a livello economico-finanziario.

Ad esempio, in base a uno studio congiunto tra McKinsey e la Fondazione Ellen MacArthur, un approccio circolare “potrebbe incrementare la produttività delle risorse in Europa del 3% entro il 2030, generando risparmi di costi di €600 miliardi all’anno e ulteriori benefici economici per €1,8 trilioni”.

Inoltre, secondo un white paper “The circular economy as a de-risking strategy and driver of superior risk-adjusted returns”, realizzato da Università Bocconi, Ellen MacArthur Foundation e Intesa Sanpaolo, le strategie legate all’economia circolare possono “ridurre i rischi degli investimenti e generare rendimenti risk-adjusted superiori”.

In questo contesto, dunque, le imprese sono direttamente coinvolte nel processo di trasformazione in atto, con la possibilità di ottenere benefici consistenti sotto diversi profili, inclusa una maggiore competitività sul mercato.

Più nel dettaglio, l’adozione di approcci di economia circolare, incorporati in una strategia aziendale chiara e coerente, garantisce una serie di vantaggi:

  • Riduzione dei costi operativi – Permette alle imprese di ottimizzare l’uso delle risorse, riducendo i costi operativi legati all’approvvigionamento e alla gestione dei materiali;

  • Maggiore efficienza energetica – Favorisce l’adozione di processi e pratiche più efficienti, tagliando i costi legati ai consumi energetici e rendendo più sostenibile il business aziendale;

  • Nuove opportunità di mercato – Consente di concentrarsi su specifici segmenti di mercato, intercettando la sensibilità di consumatori sempre più orientati verso prodotti e servizi sostenibili;

  • Mitigazione dei rischi ambientali e legali – Spinge le imprese a rispettare in modo più stringente le regolamentazioni ambientali, garantendo conformità normativa e diminuendo il rischio di potenziali sanzioni;

  • Valorizzazione della brand reputation – Migliora la percezione del brand sul mercato, sia online che offline, generando maggiore fiducia e più fedeltà, su periodi di tempo di medio-lungo lungo termine.

 

⇨ Leggi anche: 3 esempi di economia circolare

Sostenibilità ed aziende: perché affidarsi a consulenti esterni?

Sapere cosa si intende per economia circolare e quali sono le pratiche più efficaci nel medio-lungo periodo, per poi procedere con azioni concrete, significa – tra i diversi aspetti sopra elencati – anche consolidare il posizionamento sul mercato.

Non va dimenticato, però, che la transizione è complessa e richiede esperienza professionale e competenze specialistiche, oltre a un approccio multidisciplinare.

Come ha scritto il Financial Times: “L’argomentazione a favore della circolarità è evidente. Tuttavia, il cammino verso un modello di business circolare rappresenta un territorio inesplorato per la maggior parte delle aziende. Richiede un cambiamento radicale e il progresso all’inizio può sembrare estremamente lento”.

L’apporto di consulenti esterni può facilitare questo processo, accelerare l’adozione di pratiche circolari e portare con sé benefici economici, ambientali e sociali.

I consulenti esterni, più nel dettaglio, possono:

  • Fornire un insieme di competenze specialistiche che possono mancare internamente all’azienda, come quelle relative all’eco-design, la gestione dei rifiuti, la logistica e lo sviluppo di modelli di business circolari.

  • Condurre analisi del ciclo di vita dei prodotti, identificando opportunità di miglioramento e proponendo soluzioni mirate in linea con le esigenze aziendali e le risorse a disposizione.

  • Effettuare analisi finanziarie dettagliate per valutare l’impatto economico delle transizioni circolari, individuando i rischi e le opportunità del mercato e costruendo strategie per mitigare eventuali rischi finanziari.

  • Potenziare le attività di ricerca e lo sviluppo, agevolando la collaborazione con altre aziende, fornitori e stakeholder e, più in generale, facilitando il networking e la ricerca di partner strategici.

  • Svolgere un ruolo chiave nella sensibilizzazione e nella formazione del personale, garantendo che tutti i dipendenti siano impegnati nella transizione verso un modello circolare.

  • Tenere traccia degli aggiornamenti delle normative e delle ultime novità legali, assicurando la conformità normativa per operare in linea con gli standard richiesti ed evitando il rischio di sanzioni.

 

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